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Un vino bianco fragrante e fresco, con una forte componente sapida e agrumata, citrico e dalla spiccata verticalità.
Aligoté da due differenti parcelle di vigneto su suolo differenti tra i 200 e i 300 metri da vigne di 50 anni di età media. Uno con una prevalenza di ciottoli e calcare, l’altro caratterizzato da marne e argilla. La fermentazione avviene tra acciaio e barrique ed è spontanea, senza controllo della temperatura. L’affinamento è diviso tra acciaio e piccole botti di rovere.
Gradazione: 12% Vol
Sylvain Pataille fonda la cantina nel 1999 con un solo ettaro di vigna (oggi 24 ettari tra Aligoté, Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Gris e Pinot Blanc) a pochi km da Digione, in Côte d’Or, nel comune di Marsannay-la-Côte.
La volontà di Sylvain è quella di esprimere al meglio l’AOC Marsannay producendo vini biodinamici con certificazione biologica.
Tra i vari meriti troviamo sicuramente quello di aver riportato in auge l’Aligoté, che rischiava di scomparire.
Curiosità su Marsannay:
L’’AOC Marsannay si articola su tre comuni: Chenôve, uno dei borghi più antichi della Borgogna, dove, nella parte meridionale, troviamo un vigneto di fondamentale importanza: il Clos du Roy.
L’altro comune è Marsannay-La-Côte, ricco di vigneti, boschi, cantine e case di pietra: la frontiera della Borgogna c’era e propria. L’ultimo villaggio dell’AOC Marsannay è Couchey.
Non ci sono al momento vigneti classificati meglio di “Villages”, anche se si attende l’approvazione di un numero rilevante di Premiers Crus presso l’INAO.
Ricordo che la superficie potenziale di Marianna è di 511 ettari, che se paragonata alle altre sue AOC della Borgogna classica (saint-romain 93 ettari e Chorley-Les-Beaune 154 ettari) che si trovano nella stessa situazione, è enorme.
Marsannay è l’unica denominazione che vede all’interno del disciplinare la possibilità di produrre sia vini bianchi, sia rossi, sia rosati. Può infatti produrre un rosè con il nome del comune (Marsannay rosé) invece che come “Bourgogne Rosé” come per tutto il resto della Côte. Questo deriva da ragioni storiche: Marsannay nella metà dell’800 era il comune dove si tendeva a realizzare vini più semplici e a prezzi più abbordabili, da dedicare al mercato interno e in particolare alla soddisfazione della grande sete di vino degli abitanti di Digione, per questo si è storicamente data la precedenza al Gamay piuttosto che al Pinot Noir. Sarà Joseph Clair-Daü nel 1919 a reintrodurre il Pinot Noir con lo scopo però di realizzare un vino rosato da dare come alternativa ai dilaganti rosati provenzali alla clientela dei ristoranti di Digione, in particolare al “Trois Faisans”. L’esempio fu poi seguito da altri ed ecco il motivo dell’esistenza del Marsannay Rosé oggi.
Per quanto riguarda il Marsannay Rouge invece è tra i più profumati e di facile beva di tutta la Côte, caratterizzato da un tannino non esagerato e un’acidità ben integrata ed equilibrata nel bicchiere, senza regalare complessità estreme nel sorso.
I Marsannay Blanc invece hanno una incredibile dote nel reggere il passare del tempo e anzi, a volte è meglio saperli aspettare, sottolineo in particolare la forte presenza minerale dello Chardonnay e gli splendidi risultati che si raggiungono con l’Aligoté, che vale sempre la pena assaggiare per aprire le danze di un lungo aperitivo o di un’ottima cena.
Migliori parcelle Villages di Marsannay:
Clos du Roy - Les Longeroies - En La Montagne - Les Echézots - Le Charme Aux Prêtres - Les Boivin - Les Grasses Têtes - Les Vaudenelles - Clos du Jeu - Saint-Jacques - Les Favières - Au Champ Salomon - Aux Genelières - Champs Perdrix
Hinta |
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