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In questo prezioso cofanetto prodotto in un'edizione limitata di 50 esemplari in legno di noce, costruito a mano e verniciato in sette strati come i liutai verniciano i violini da concerto, è racchiuso un tesoro più unico che raro.
Accanto a specifici accessori destinati alla degustazione del prezioso Aceto Balsamico di Modena DOP centenario e a un volume storico che racconta la storia della famiglia De Pietri, trova posto, nella bottiglietta del Consorzio di Tutela, l'Aceto Balsamico di Modena DOP Centenario, prelevato appositamente, in quantità minime da un bariletto centenario custodito gelosamente dall'Acetaia La Bonissima.
Da degustare a piccole gocce come un elisir da meditazione.
Acetaia La bonissima è il culmine di una storia di passione per il modenese e i suoi prodotti da parte della famiglia De Pietri, in particolare per l'aceto balsamico. Prodotto principe del territorio e che ha reso, insieme alle automobili, la città famosa in tutto il mondo.
Una delle acetaie più storiche del modenese, che vanta un passato secolare e standard di qualità elevatissimi.
L'azienda produce sia l'aceto balsamico di Modena IGP, che può essere prodotto con una percentuale di mosto cotto d'uva e una piccola percentuale di aceto di vino sia l'aceto balsamico tradizionale di Modena DOP, il più prezioso al mondo, che può essere prodotto solo con mosto cotto d'uva.
Per il mosto cotto viene utilizzata uva da soli Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni. Acetaia La Bonissima controlla che le uve provengano solo ed esclusivamente da aziende agricole locali.
"La Bonissima", così chiamata dai modenesi, è una statuetta simbolo della città di Modena eretta nel XII secolo, nell’angolo del palazzo sede del Comune. Si dice raffiguri una dama che, secondo alcuni, doveva reggere una bilancia simbolo della giustezza dei pesi, delle misure e della buona qualità delle merci, altri invece dicono che, in occasione di una grande carestia che colpì la città di Modena, una nobildonna garantì la sopravvivenza dei poveri affamati elargendo granaglie e viveri in quantità.
Fu così eretta nel XII secolo questa statuetta a perenne ricordo di quel gesto; da allora è uno dei simboli della città più amato dai modenesi.Pris |
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